Intervista al Maestro Ledo De Polo

Ledo De Polo

Intervista al Maestro Ledo De Polo

LEDO DE POLO: 80 con la musica a cura di Andrea Tosi (intervista del 20/05/09)


Il suo primo contatto con la musica come è stato?

Ledo De Polo

Ledo De Polo

Sono stato allevato non da mia mamma e papà ma da mia nonna Seguso Teresa Toffolo e il figlio più piccolo della famiglia era mio zio Tullio Toffolo, papà di Lino Toffolo che suonava il mandolino , io ero piccolino e sono cresciuto con lui e la musica.

Quindi abitavate ?

Vicino al faro, in via Garibaldi, Ai tempi degli austriaci era Bersagio

E con la musica come è stato?

Era mio zio Tullio che suonava sempre..e essendo cresciuto con loro, ogni tanto suonavo el mandolin ogni tanto el violin. Quando ero più grande si usavano i sassofoni e allora un giorno sono andato da Barera con dodici lire. Siccome il figlio di Barera era a militare con mio zio Tullio Toffolo. mi disse: ” Quanti soldi hai? ”, “Dodese lire.” risposi ,e el me gà da el sassofono e el madolin che go ancora de là in bacheca, go ancora tutto el violin, el clarinetto el sassofono.

Quanti anni avevate?

Col sassofono avrò avuto tredici e quattordici ,anni sono andato all’AVEM, , El maestro Ottone Ferro…Pianzini Egidio Ferro e altri maestri già suonavano.

Come molti muranesi lavorava in fornace poi si dedicavano a qualche strumento.

Egidio suonava il clarinetto, Ottone la tromba, Bepi el mandolino tutti quanti musicisti. A quei tempi là nella banda cittadina di Venezia su sessanta elementi quaranta erano muranesi, l’orchestra della Fenice anche el maestro el direttor e gli altri tutti muranesi, tra cui el famoso Donà che è entrato nella storia.

Ma ci sono ancora donà che suonavano alla fenice?

Si quelli di un altro ramo. Quel Donà lì era solista alla Fenice e gli invidiosi dicevano.. par torlo in giro. Sta tento i te bate e man par torte in giro no staghe badar.

Fino a quando siete rimasto all’AVEM?

Fino al militare, diciannove anni,. Dopo sono rientrato. Tre anni a fare esami come premilitare e andavo alla Madonna della salute ad imparare a diventare marinaio, guardia alla caserma alpina ma niente penna quella era degli alpini, noi eravamo la cosiddetta GAF (guardia alla frontiera) gli ufficiali si sono messi la penna… erano i tempi di Mussolini..
A qui tempi avevamo la banda Pio X del maestro Procondio e di qua la banda del fascio,con un maestro di Venezia, “camerati, banda attenti!…” E quando passavano si gridavano parole, e invece di suonare se le suonavano, chiamavamo carabinieri, vigili. E i carabinieri fuori dalla caserma col manganello. Tutti la chiamavano “La banda del patronato” noi invece dicevamo la banda dei peociosi..

C’era anche molta vita sociale all’epoca?

Intanto ogni domenica c’era una regata o di mascarete (sandoli piccoli rosso, verde giallo) poi le caorline, poi gondole.. Tutti quanti venivano a Murano a vogare. E hanno fatto anche la gara dele peate. Murano a quei tempio ogni domenica una festa, messa delle undici e dopo tutti in fondamenta.

Tutte e due le parrocchie..

No, C’era una lotta, quelli che facevano il Ponte lungo dalle sei mezza , sette di sera e si trovavano di là prendevano le botte se erano Zaloti e viceversa se erano Siegoli marsi Dopo xe venio un prete don Pietro Tagliapietra.. “ancora avanti co ste stupidaggini.” el diseva “ diventò arcivescovo ma non penso per questo. Dopo è venuto don Luigi Semenzato.

Dove vi trovavate qui nelle foto?

In Germania, tre mesi, El Congo bar, suonavo el mandolin, el violin e il sassofono. Quello con la la chitarra i faceva anche il ballerino di tip tap con il grande Gorni Kramer. Poi Roberto Zanetti fratello di Gino Zanetti., Settefette, Reno Costantini. l’ho portato io in Germania. Poi c’è il figlio di Gigio.

Il gruppo aveva un nome?

Aris Ledo, quintetto Aris Ledo..

Vi ricordate l’anno?

Dopoguerra, 45, 46… Mario Vandi ha suonato con me uno o due anni, ad un certo punto ha poggiato la chitarra e si è messo a suonare tip tap. L’ha sentito Gorni Kramer e se l’è portato via con lui.

…e questa foto?

Ledo in Germania

Ledo in Germania

Qui siamo in Germania lo stesso, a Monaco.. Roberto Zanetti, Reno Costantini, Mario Costantini.. Tornati, siamo andati alla Rai a suonare.. Mi Vandi e Zanetti e Mario e Reno non hanno voluto. Questo era pianista non conosceva una nota di musica ma metteva già degli accordi, suonava ad orecchio, “non ci credo” diceva Kramer, tu ci prendi in giro per far vedere che non conosci la musica, poi ha cominciato con le domande e non sapeva rispondere. Suo fratello di lui Gino, era un musicista coi controfiocchi. Gino Zanetti. Solo che.. dov’è Roberto, dove? Eravamo in Germaia est. Andiamo in camera, vedevo un fagotto , era un bottiglione e lui che trincava.. dico termina el bottiglion perché era bravo se beveva e se no non era bon da niente. Dico suoni finché hai svuotato la bottiglia e poi parti e vai a Murano. Reno si arrangiava con il pianoforte allora l’ho messo al piano , lui dalla batteria l’ho passato alla fisarmonica, ho cambiato tutto..

Ma in quel periodo facevate solo quello come mestiere?

Si, solo musica, il sindacato o facevi il vetraio o l’orchestrale..avevamo dato esame . Poi invece quello si è sposato, l’altro

Qui in che periodo siamo?

Qui in Germania lo stesso con l’orchestra granda, l’orchestra Aris Ledo. Questo Vittorio Bortolotti, lavorava da Venini suonava pianoforte. Questo è mio cugino Lino Toffolo

Sapevo della sua passione per la musica, ma come studio di teoria musicale da chi siete stati?

Io ero stato al Conservatorio, accompagnato da mio padre, però il prof. Ferro, Muranese, disse tu, al conservatorio con tuo papà socialista? No no dice, non si usava a quel tempo. Il maestro Bortolotti che era organista del coro alla chiesa di San Pietro, ha sentito mio padre alle cene della cassa che cantava disse, “Anzolo vieni a cantare con me in chiesa?così andando in chiesa lui, so stato bene mi e tutti quanti..

Ma la musica come l’ha imparata?

L’ho imparata prima con lo zio Tullio e dopo al conservatorio, dopo tre quattro mesi avevano saputo che mio padre era socialista e i me ga mandà fora dale bale, un periodo l’ho fatto, poi con mio zio Tullio, anca là ho avuto scarogna perché …. è nato Lino Toffolo,

Quindi dei periodi siete stati fuori e altri qui.

In orchestra c’era uno che suonava il sassofono, ma suonava eeeee, come le pecore. “Bogia can! digo” vogio comprarme anca mi un sassofono e farghe veder come che se sona.. So andà dal prof. Maddalena, allora dodici lire, due lire alla settimana e l’ho comprato, dicevano Ledo suona tu il sassofono e Lino la fisarmonica e siamo andati avanti così, poi sono andato a militare. Lì ho sentito la banda e dico: “ maresciallo a casa ho il sassofono, e allora dai mi disse” sono andato in licenza di tre giorni più due di viaggio per tornare in caserma con il sax.
Da Torvino andiamo a fare un concerto a Gorizia, c’era una orchestra diretta dal capitano Osellini, quello che ha insegnato al maestro Angelini. Disse tu sei quello che suona il sax? Tira fuori la lingua, no, di più, tu sarai il mio primo sassofono e infatti eravamo sei sassofoni, contralto, tenore, basso.. tu farai il primo sax e da quella volta lì sono venuto via da Torvino, pieni de freddo e fame e ti toccava suonare e in più fare anche la guardia. Ah, Torvino, Chericone, Collepietro… la neve alta così.. di qua avevamo il Montenegro. Il colonnello fa De Polo tu che sei di Venezia dimmi qual è il Montenegro.Colonnello il Montenegro xè queo sempre bianco digo, estate e inverno sempre pieno di neve. Sempre con l’acqua alta, scarpe non ce n’erano, le scarpe erano per gli ufficiali, noi avevamo quelle cose legate con lo spago, tutte pezze da pie.. e Mussolini voleva vincere la guerra..

Dopo anche lei ha insegnato ad altri..

Si quando sono venuto a casa dalla prigionia, ero con la banda del patronato e c’era un professor, Carlo Maddalena e suonava il pianoforte e vendeva anche strumenti musicali, ho comprato da lui un clarinetto, un sassofono che ho ancora di là in bacheca, prof. Carlo Maddalena, primo clarinetto della banda di Venezia, laureato eh..

A questo simpatico incontro erano presenti : Sara, la nipote e Paolo Cenedese che mi hanno accompagnato per questa intervista e ad un certo punto anche loro pongono alcune domande al maestro.

Sara: Dopo hai fatto il gruppo con mio papà..

Orchestra Jazz 1936

Orchestra Jazz 1936

Si, si!

E la coppa Murano?

Mio zio Tullio più che violinista era macchiettista..cantava, faceva macete….e pensare che..
La coppa Murano è cominciata in patronato a San Pietro.
C’era anche presentatore Barovier Ennio, abitava a san Donato ma era del Rio..

Paolo: Mio padre mi parlava dell’Unidover la prima sala da ballo a Murano, c’era anche l’orchestra?

Certo l’Unidover aveva una orchestrina, io alla batteria, Lino Barbini al sassofono, Bruno Barbini fratello la tromba, Orazio il sassofono e state hanno fatto la sala da ballo. Dissi vengo a suonare e quanti soldi mi dai?, dodici lire, ma sono socio o suonatore?, sonador.. Ciò! allora, par dodici lire sonar dalle tre alle otto e dalle nove a mezzanotte e allora sono andato a suonare con Gino Zanetti.
Non era l’unica ma la prima perché prima a Murano c’erano quello che affittavano camere e allora il sabato si andava a disfarla camera alla domenica dalle tre alle sette si suonava e poi si andava a casa a mangiare e alle otto fino mezzanotte e finito il padrone diceva adesso..di nuovo camera. Era calle Dal Mistro una, campo san bernardo, Samaffio, san Giacomo.. ma queste erano le case dove si suonave. L’Unidover era dal ponte delle Terese, avanti c’erano degli orti.. e fecero anche un ponte..per andare dalle suore.
Infatti se guardi dal ponte verso il ghetto sotto si intravede un segno del ponte che attraversava e andava nei campi e se guardiamo di là ci sono ancora giardini.
Ad un dato momento non mi piaceva come Lino (Barbini)suonava il sassofono, con una vibrazione e non mi piaceva e sono andato dal prof. Maddalena e gli ho datola batteria e dodici lire e mi ha dato un sassofono. Dico Lino canti bene ma suoni male poi lui ha fatto un’altra orchestra con altra gente con Orazio e fecero l’Uniodover, Lino intendeva Uniti nel dovere. So sta par conto mio..

Paolo: La coppa Murano è andata avanti per diverso tempo..c’erano dei concorsi canori come erano organizzati?

C’erano piccole orchestrine, c’era l’orchestra mia che era fissa, poi Bruno Barbini alla tromba e prima Orazio e io alla batteria,.. A Murano puoi essere il più grande pittore o suonatore sei sempre una merda scusate la parola, se sei un ruffiano siciliano, marocchino ti portano alle stelle e noialtri muranesi siamo boni da niente . Una volta sono andato a San Bortolo mio c’era il ritrovo di tutti gli orchestrali e ho trovato un batterista un fisarmonicista Otello, Miotti alla batteria gavemo fato una bea orchestra, semo andai in audizione al Bionvecchiati che aveva l’orchestra esterna e diversi locali a Venezia. Il giorno eravamo fuori e di sera dentro. Il commendatore Allievi dirigeva il B. e prendevamo dodici lire al giorno.
Paga fisa dodici lire.
Sindacali èh? Con i bollini..

Paolo: La coppa Murano aveva l’orchestra fissa che accompagnava un cantante

Gera Lino (Toffolo)..

Paolo: Ma non era una specie di concorso?

Si. L’orchestra granda era Lino Barbini, Orazio venezian, dopo Zanetti veneziano..

Paolo: Mi me ricordo solo Ledo De Polo

Mi in quei anni ero io che suonavo la batteria con loro ma non mi piaceva come Lino suonava il sax……
Te porto a Padova da Castellani..

Paolo: Castellani all’epoca gera famoso , non so se c’è ancora. Anche Pasteca ( Umberto Pagnini – intervista n°1),all’epoca gravitava dentro quel negozio di strumenti, lì cercavano un batterista per un gruppo e da lì partì la sua fortunata carriera di musicista. Si era innamorato della batteria proprio vedendo l’orchestra di Ledo

Andrea: Anche di generazioni più giovani sono venute da lei per imparare?

Si insegnavo batteria dicevo a tutti impara la musica ma poi fa del tuo estro , poi chitarra mandolino, violino e clarinetto.

Andrea: quindi i muranesi che volevano venire da lei..

Si perché sai a Murano puoi essere anche il più bravo violinista del mondo.. che non sei considerato varda el prof. Ferro della Rai, ..del mondo, prof. Gigi Ferro.. e un giorno disse non verrò più a suonare a Murano neanche se moro..

Andrea: C’erano anche altri musicisti importanti a Murano…

C’era un Rossini che suonava a orecchio.. era anche parente del famoso Rossini..

Paolo: Ha insegnato anche a suo figlio..

Si.

Sara: Ledo De Polo e i suoi Poker c’era anche mio papà

Paolo: Ma ogni tanto suona ancora?

Un poco, ma go perso anche i denti a volte me meto qua, un poco col violin, un poco el mandolin un poco la chitarra

Paolo: Così torna indietro con i tempi..

Una volta go fato in patronato uno spettacolo con quaranta elementi di orchestra, tutti quanti ghe go insegnà mi, clarinetto, sassofono tromba chitarra.

Paolo: La musica ce l’ha dentro il sangue è qui la differenza tra il musicista della domenica e uno vero.

Semo andai a Roma a sonar a Basilica di Massenzio..Viene dentro un signore, il capitano. Angelini! Sono io. Tu sei Osellini e lui è De Polo. De Polo viene a suonare con me. No dice De Polo lo porto via io, baruffa tra Angelini e Osellini.

Paolo: Angelini è quello famoso che ha composto canzoni che è stato a San Remo.

Ledo Teatro Pio X

Ledo in Teatro Pio X

Mi ha sentito e voleva portarmi con lui. Il capitano ha chiamato il generale. Dice Angelini fila, De Polo rimane qui.
Quando sono arrivato a Gorizia mi hanno dato un vestito nuovo, scarpe nuove, fasce nuove. E mi ha detto adesso vai a casa per dieci giorni. Sono arrivato a casa vestito come un ufficiale. A dico così così..
Allora abbiamo cominciato a girare, siamo andati a Roma, Napoli, in Sicilia, Con l’orchestra fanteria guardia alla frontiera.

Andrea: Altri personaggi che avete conosciuto nella sua storia musicisti?

Il primo che ho conosciuto è stato Angelini che allora era per me sconosciuto e conoscevo il capitano Osellini che dirigeva l’orchestra..
Dopo la guerra Zara a Venezia, Maddalena, Dino Zanetti..
Zara, il violinista, suo papà lo ha messo in una carovana di zingari. Suonava alla zigana.

Sara: E alla Rai?

Abbiamo suonato sempre con Maddalena, presentava un nome famoso…, la Rai prima si chiamava EIAR”.Basta ragazzi so stanco e vado in leto” ci dice all’improvviso.

Ti ga ragion Ledo,grazie di tutto e buon riposo.

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